Inhumans giunge, grazie al cielo, alla fine di questa traballante e dimenticabile stagione (ma speriamo serie).
La serie Marvel’s Inhumans ha tanti problemi e più volte, nel corso di queste otto puntate, ne abbiamo parlato (e ci siamo anche ripetuti): è priva di una trama che possa definirsi tale, priva di pathos, priva di azione ma ben condita di scene stucchevoli, imbarazzanti e storie d’amore che, diciamocelo, ci saremmo risparmiati molto volentieri: ancora fissa nella mia mente quei 15 eterni secondi dove Black Bolt e Medusa si fissano mentre sono in macchina e in teoria in fuga.
Dei dialoghi non ne voglio neanche parlare, sarebbe troppo facile.
La cosa che più fa rabbia è che Inhumans aveva del potenziale, un grande potenziale: un popolo costretto alla fuga dalla propria patria originale (la Terra) che crea un nuova civiltà sulla Luna fondata però non su una visione utopistica di gioia e “stiamo tutti bene visto che siamo fratelli” ma di caste e con una netta divisione tra coloro che devono lavorare per il regno e per il re e la famiglia reale.
Peccato che il tutto ci sia stato presentato in modo scialbo, stanco e sbagliato tanto che non faremo fatica a patteggiare per Maximus: dittatore ma che punta, almeno in principio, a porre fine a questo odioso sistema.
Sui personaggi c’è poco da dire. Black Bolt che non è neanche l’ombra del sovrano presente nei fumetti (seriamente alla fine parla e fa cadere SOLO un muro quando il suo “enough” bisbigliato è in grado di distruggere una porzione della luna? Dio mio cosa devono sopportare i miei occhi!) è noioso e il suo mutismo stanca. Medusa che vince il premio per il “personaggio più antipatico dell’anno” e che il suo cambiamento può essere riassunto in “io sono la regina di Attilan e ora sono la regina di Attilan, ma sulla Terra”; Crystal che possiamo considerarla come missing in action: bel potere ma usato due volte; Gorgon per favore lasciatelo morto che vederlo ballonzolare in giro per la puntata in un misto, non credibile, di pazzia e sanità è abbastanza stucchevole; Karnak è il personaggio più riuscito, anche se il “ora sto bene grazie alla forza dell’amore per una donna conosciuta da due ore” anche no; Maximus, come già detto è il personaggio più riuscito, quasi in ogni frangente.
Inhumans è, senza dubbio, la peggior produzione della MCU (per ora) e se volessimo aggiungere una nuova critica a quelle già dette, questa sarebbe: lo sviluppo dei personaggi.
Assente. Tutti quelli che partecipano alla storia sono dei blocchi di stagno: iniziano in un modo e finiscono nel medesimo modo. Lo stesso colpo di scena finale dove ci viene rivelato che Maximus è DAVVERO cattivo e non solo per finta e non vuole il bene del popolo e che la colpa della morte dei genitori è imputabile a lui (ma va?) risulta prevedibile fin dalla prima puntata.
E poi il finale. Il popolo di Attilan riesce a fuggire grazie all’ “uomo-pietra-passaggio dimensionale”, giungono sulla Terra sfuggendo alla distruzione della città causata dal Re Folle e… Medusa e Black Bolt si rimettono gli abiti regali per indicare che comunque esiste ancora il sistema delle caste e che loro sono i sovrani indiscussi e tanti saluti all’utopia di essere un popolo unito e alle altre belle parole. Fine, ciao, addio.
P.S. Medusa coi capelli rasati mi aveva fatto storcere il naso ben prima della messa in onda del primo episodio ma non pensavo potesse essere così pessima.
P.P.S. Vedere Maximus imprigionato sulla Luna quando, nei fumetti, dovrebbe essere alla base della terregenesi sparsa su tutta la Terra, fa abbastanza male. Speriamo che Agents Of Shield riesca a riprendere il filone e dare un senso logico al tutto, anche in vista di Infinity War.